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"Francesco Crispi"

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I gradini dell'Iniziazione.

Alcune  pratiche  servono  a  condurre  l’anima  dell’uomo  a comunicare coscientemente col mondo spirituale. I  tentativi  impazienti però  senza  serietà  e  perseveranza,  non conducono certamente a niente. I tre gradini che la disciplina spirituale ci indica, sono i seguenti:

§  la preparazione

§  l’illuminazione

§  l’iniziazione

Non  è  assolutamente  necessario  che  questi  tre  gradini  si susseguano così come indicato, in modo che per iniziare il secondo si debba avere già completamente percorso il primo, e per il terzo, il secondo. Sotto  certi  riguardi, infatti  si  può  partecipare  all’illuminazione  e perfino all’iniziazione, mentre per altri ci si può ancora trovare nello stadio della preparazione.

LA PREPARAZIONE

La preparazione consiste in un’educazione ben determinata della vita del sentimento e di quella del pensiero. Per mezzo di questa educazione il corpo dell’anima e quello  dello  spirito,  vengono  dotati  di  strumenti  sensori  superiori  e  di organi superiori di attività. Occorre  cominciare  col  dirigere  l’attenzione  dell’anima  su determinati processi del mondo che ci circonda, e cioè, da un canto, sulla vita germogliante, crescente e fiorente, e dall’altro su tutti i fenomeni connessi con l’appassire, lo sfiorire e il morire.

Ovunque  l’uomo  rivolga  lo  sguardo,  questi  processi  gli  si palesano simultaneamente e dappertutto, destando in lui naturalmente dei sentimenti e dei pensieri. Ovunque l’uomo percepisca un determinato genere di crescita  e  di  rigoglio,  deve  eliminare  dall’anima  tutto  il  resto  e  abbandonarsi per breve tempo soltanto a quella unica impressione.

Allora constaterà che un determinato sentimento si farà strada e assumerà forma forte ed energica, in quel mentre l’uomo dovrà astrarsi dal resto del mondo esteriore e seguire soltanto ciò che la sua anima gli comunica, in ordine a quella crescita e a quel rigoglio.

Se il discepolo raggiunge la calma interiore e si abbandona a ciò che sorge nell’anima, allora, dopo un dato tempo, sperimenterà quanto segue: vedrà sorgere nella propria interiorità nuovi generi  di  sentimenti  e  di  pensieri,  che  prima  non  conosceva,  e  quanto più spesso dirigerà in tal modo la sua attenzione alternativamente sopra ciò che è in via di crescita, di fioritura, di prosperità, e poi su ciò che è in via di appassire, di decadere, tanto più questi sentimenti diventeranno vivaci.

E dai sentimenti e dai pensieri che nascono in tal modo si vengono a costituire gli organi della chiaroveggenza. Una  forma  ben  determinata  di  sentimenti  si  connette  col crescere  e  col  divenire  ed  un’altra  parimenti  determinata  con l’appassire  e  il  decadere.

 

È possibile dare una descrizione approssimativamente giusta di questi sentimenti. Sul  processo del divenire, dello svilupparsi, del fiorire, sorgerà alcunché di lontanamente somigliante all’impressione che desta in noi lo spuntar del  sole;  e  il  processo  dell’appassire,  del  decadere,  desterà  invece un’esperienza che si può paragonare, allo stesso modo, al lento alzarsi della luna sull’orizzonte. Questi due sentimenti sono due forze, le quali, se coltivate giustamente, ed elaborate in modo sempre più vivo, possono condurre a risultati spirituali importanti.